mercoledì 12 novembre 2014

Approfondimento sulla Germania: il muro di Berlino

Il muro di Berlino: reportage de La Stampa


Caduta del Muro di Berlino, 25 anni fa cambiava la storia

Festa nella capitale tedesca per l'anniversario della caduta del confine che divise la città per 28 anni


Alla Porta di Brandeburgo, 25 anni dopo, si sente, si vede, che il tempo è passato. Al posto della marea umana che festeggiò tutta la notte, dopo aver buttato giù il muro di Berlino, una folla composta, che celebra con solennità la memoria personale e il fatto storico: lanciando un messaggio al mondo, declinato dalla cancelliera in termini insolitamente emotivi, ''i sogni possono diventare realtà''. Per molti giovanissimi quel simbolo della divisione del mondo che tagliò in due la città per 28 anni è carta, nei libri, nelle foto.
Ma ci sono tantissime persone anziane a ricordare il 9 novembre del 1989. Il colpo d'occhio è straordinario: la Porta di Brandeburgo inondata di colori nella sua versione pop, le vecchie immagini proiettate in bianco e nero, e una serie di testimoni, comuni e non. E alla fine i ballons bianchi luminosi, disseminati sul percorso del simbolo della cortina di ferro - ciascuno è legato al nome di un cittadino - volano sopra il cielo di Berlino. 
Due milioni di persone sono arrivate nell'ex capitale divisa per festeggiare l'azione straordinaria che indicò la fine della guerra fredda. Il "coraggio verso la libertà" - motto della festa berlinese - dei tedeschi dell'est che ripresero in mano il loro destino attraverso una rivoluzione pacifica è il vero protagonista di questa festa. E sulle note dell'Inno alla gioia dirette da Daniel Barenboim anche sulla Porta di Brandebuergo compare la scritta ''Freiheit''.
Un appello a ricostruire la fiducia è arrivato da Michail Gorbaciov, che ha chiuso il simposio dedicato ai 25 anni dalla caduta del Muro, invitando al dialogo. ''Non è il momento di accuse reciproche. Lavoriamo per ricostruire la fiducia'', ha detto l'ex leader sovietico. Gorbaciov aveva lanciato pesanti accuse all'occidente, imputando in particolare agli Usa di aver ignorato gli interessi russi, e mettendo in guardia il mondo che sarebbe ''sull'orlo di una nuova guerra fredda''.
A 25 anni della caduta del Muro di Berlino, papa Francesco prega perché "si diffonda sempre più una cultura dell'incontro, capace di far cadere tutti i muri che ancora dividono il mondo, e non accada più - ha detto all'Angelus - che persone innocenti siano perseguitate e perfino uccise a causa del loro credo e della loro religione".
Demolire la maggior parte del Muro di Berlino, e lasciare alla fine poche tracce di quel confine a Berlino, dopo il 9 novembre 1989, ''fu forse una decisione sbagliata, ma umanamente molto comprensibile''. Lo ha detto il sindaco di Berlino dimissionario Klaus Wowereit, parlando alla commemorazione a Bernauer Strasse, dove viene inaugurata una mostra permanente sul Muro di Berlino. ''Qualcuno oggi ci chiede, dov'era effettivamente questo Muro? - ha detto Wowereit, riferendo i richiami di chi trova che i pezzi rimasti nella capitale siano troppo pochi -. Non si poteva lasciare? Ha diviso per decenni brutalmente la città. Questa è una affermazione giusta. Ma dobbiamo ricordare che noi fummo felici che fosse demolito, dopo che aveva distrutto amicizie, legami, carriere''.
Alfano: "Oggi checkpoint Charlie è Lampedusa". "Oggi ai confini dell'Europa ci sono ancora guerre: vi è un nuovo checkpoint Charlie, sta a Lampedusa" e divide "non più est e ovest, ma nord e sud. Un pezzo di mondo che desidera democrazia e benessere e chi ce li ha. La sfida per domani è che tutti i popoli possano sentirsi liberi". Lo ha detto il ministro degli Interni Angelino Alfano per ricordare i 25 anni dalla caduta del Muro. "Oggi - ha aggiunto - vediamo da parte di populismi un attacco all'Europa. Non siamo contenti di come funziona, ma va difesa e migliorata".
La Berneuer Strasse è il luogo, oggi altamente simbolico, in cui i berlinesi dell'est, improvvisamente bloccati dalla costruzione del Muro, saltarono e si calarono giù dalle finestre, o attraversarono la barriera stessa in corsa - come fece il celebre soldato Conrad Schimacher il 15 agosto 1961 - per essere liberi. Merkel, sul posto, si è fermata a chiacchierare con i berlinesi, per stringere le mani alla gente, e salutare i bambini.
Ansa, 10/11/14

Approfondimento: Usa-Cina, c’è l’accordo per ridurre il gas serra

Usa-Cina, c’è l’accordo per ridurre il gas serra

Washington promette di tagliare la produzione di Co2 fra il 26% e il 28% entro il 2025. Pechino s’impegna a invertire la rotta entro il 2030 e produrre il 20% dell’energia da fonti alternative. L’intesa è anche una spinta a rinnovare il protocollo di Kyoto

tratto dal Discorso di Malala Youzafai all'ONU 13/7/2013


"[...] Cari fratelli e sorelle, ci rendiamo conto dell'importanza della luce quando vediamo le tenebre.

Il mito - mappa costruita in classe


per la prossima volta trascrivere la mappa personalizzandola e studiarla.

lunedì 10 novembre 2014

APPROFONDIMENTO: MALALA PREMIO NOBEL

Premio Nobel per la pace a Malala, così un proiettile cambiò il suo destino


È stato un proiettile a cambiare il suo destino. Trasformando una bambina di 11 anni che aveva affidato alla Bbc il suo diario in urdu nel quale raccontava la vita sotto i Talebani nella Valle di Swat, in un'attivista per i diritti umani e per il diritto all'istruzione in primo luogo, riconosciuta sulla scena internazionale tanto da aver ricevuto il premio Sakharov lo scorso anno e il Nobel per la Pace quest'anno, che lei ha detto più volte di «non meritare, non avendo fatto ancora abbastanza».